FEBBRAIO 2021- STORIA DI UN PICCOLO GRANDE AMORE
Lo so che c’era stato un altro amore prima di me ma non avrei potuto sopportarne un altro dopo.
In effetti ultimamente i miei sentimenti si erano un po’ raffreddati, l’anno scorso non abbiamo fatto viaggi, gare, nemmeno semplici passeggiate.
Forse la colpa è stata del Covid che non ci ha consentito di partecipare a eventi eccitanti.
Ma se devo essere onesto la colpa è stata anche mia che dopo sette anni insieme mi sono messo a corteggiare un’altra purosangue che aveva destato il mio interesse da tempo e ho fatto di tutto per portarla nella mia scuderia pensando che l’avrebbe sostituita.
Il suo silenzio per tanti mesi mi aveva quasi convinto che avrei potuto fare a meno di lei.
La nuova arrivata aveva una voce impetuosa, un temperamento irruente delle forme veramente maggiorate.
Insomma aveva invaso prepotentemente i nostri spazi.
Lei invece era rimasta in penombra, in attesa del mio interesse .
Poi inaspettatamente qualche giorno fa un appassionato si è fatto avanti dichiarando che il suo amore per lei risaliva a molti anni prima che io la conoscessi e che sarebbe stato felice di possederla.
Dopo aver fissato la data per un incontro ho cominciato a pensare che avrebbe avuto bisogno di un po’ di cure dopo mesi di quasi abbandono.
Ho aperto le grandi porte e subito il sole della prima giornata quasi primaverile ha inondato il garage di luce facendola risplendere nel buio.
Mi sono appoggiato a lei che con leggerezza si è fatta spingere all’esterno in piena luce come se volesse esibire tutta la sua bellezza sotto il lieve velo di polvere che la copriva.
Le giro intorno, prima la sfioro, poi la tocco, la guardo come se fosse la prima volta, è veramente sexy.
Mi calo nel posto di guida, giro la chiave di accensione, la pompa elettrica comincia a pulsare spingendo la benzina come una linfa vitale, all’inizio freneticamente, poi sempre più lentamente fino a arrestarsi.
Le vaschette dei carburatori sono piene.
Il dito indugia un attimo prima di premere il pulsante di avviamento del motore, è l’istante di maggiore tensione, quello in cui saprai se accetterà il tuo invito o no.
Un boato, la sua voce.
Avevo scordato quanto mi piacesse.
E allora via.
Prima, seconda, terza ogni cambio di marcia un nuovo urlo che sale sempre più acuto con l’aumentare dei giri.
Quarta, più veloce, sempre più veloce, abbasso l’aero screen del lato passeggero per evitare la sua turbolenza e rimanere nel cono aerodinamico del mio, vedo sul cruscotto la targhetta che mi ricorda che la mia Jaguar xk 120 è l’esatta replica di quella che ha fatto il record di 144 miglia orarie a Jabbeke in Belgio e allora schiaccio a fondo l’acceleratore e lei generosa mi dà ancora di più.
Veloce, velocissima, inebriante.
Dietro l’enorme volante gli strumenti sembrano impazziti, le lancette sembra che vogliano schizzare fuori, l’eccitazione della guida e l’aria di questa giornata di febbraio che sferza il viso mi fanno fremere.
Su, su, ancora più su.
Basta così, non serve che dimostri di più, ho capito l’errore che stavo per commettere.
Torniamo a casa.
Entriamo nella corte e troviamo ad attenderci con ciglio agguerrito la nuova arrivata, la Lister Jaguar.
E’una automobile quindi femmina e sembra indispettita nel vedermi arrivare col viso raggiante insieme alla vecchia padrona di casa.
Mi dispiace se quando saranno da sole si scambieranno complimenti non del tutto amichevoli.
Non so a quale dedicherò più tempo ma so per certo che dovranno abituarsi a convivere perché non rinuncerò a nessuna delle due.